La storia spesso e volentieri altro non è che la cronaca del male che l'umanità arreca a sè stessa, della sofferenza immane che una parte di umanità infligge ad un'altra senza un motivo razionale. Ci sarebbe da concludere che alla fine gli esseri umani sono principalmente e quotidianamente impegnati ad arrecare del male ad altri essi umani (nelle grandi o nelle piccole cose, con consapevolezza o inconsapevolmente) e al pianeta nella sua interezza, per avidità, stupidità, ottusità. E oltretutto, quando si esaminano certi eventi di un orrore indicibile, si fa molta fatica a parlare di umanità: non c'è umanità, non c'è niente altro che il male.
Questo libro è la cronaca di un orrore continuo e indicibile, di una brutalità che non trova le parole per essere raccontata: eppure qui viene proprio raccontata con quel sapore amaro che deriva dal fatto di aver toccato il fondo che può apparire impossibile da toccare, da un male che nessun animale (a parte l'uomo) è capace di arrecare a sè e agli altri. E non ci sono religioni che tengono perchè in questi momenti della storia Dio è totalmente assente.
E' la storia del gigantesco massacro continuo di uomini donne e bambini perpetrato a Kiev durante la seconda guerra mondiale.
Si tratta di una lezione pesante soprattutto per il presente, per coloro che, incapaci di avere un sentimento di memoria degno di questo nome, non provano alcuna vergogna per invocare un passato indecente che non può essere dimenticato e tantomeno negato.
L' innominabile attuale mi verrebbe da dire, con E
RispondiEliminaCapasso. Ma è proprio questo? Invece ,e ti ringrazio, trovare le forme del dire è il nostro dovere e incidere o incedere ,etimologicamente, è il nostro quotidiano fare. Colpire a sonori schiaffi il conformismo eterodiretto e innaffiare p,poi dividerne i frutti , la gioia ,che prelude all' azione. Quella della consapevolezza.