Questo non è il solito saggio, il solito libro sulla musica, ecc... ecc... Questa è una vera e proprio traversata nel deserto soprattutto per chi, come il sottoscritto, vive la musica di oggi, sia come fruitore che come musicista dilettante, come un deserto mentale, culturale, esistenziale. Oggi suonare qualcosa che non sia una cover o materiale da tribute band è diventata un'impresa quasi proibitiva. Proporre musica originale, magari fuori dai soliti concetti rassicuranti, è molto difficile per il basso profilo del pubblico e di un numero sempre maggiore di "musicisti".
Ecco che questo libro presenta una prospettiva completamente diversa opponendo alla superficialità media del prodotto musicale attuale una dimensione, una prospettiva ed una profondità rilevanti. Insomma: c'è un "qualcosa" su cui ragionare, c'è una strada potenzialmente da percorrere.
Questo lavoro presenta varie tappe e vari livelli analitici: si passa dagli spazi naturali e arcaici capaci di generare "suono", nonchè dell'importanza del luogo come elemento essenziale della performance musicale (non solo da un punto di vista acustico, ma anche in termini di suggestioni e potenza immaginifica) fino alle vicissitudini degli sperimentatori musicali di ieri e di oggi. Il filo conduttore è il concetto di "drone" che pervade tutta la trattazione e che appare in tutte le sezioni di cui si compone questo lavoro. Tanti sono i musicisti e le band che vengono citati in questo libro tutti alle prese con una forma di continua tensione verso l'ignoto sonoro, nel tentativo di spingersi sempre oltre, osando ogni volta che può essere possibile. Esattamente l'opposto di quello che fa il 99% dei musicisti che conosco...
Un testo per me fondamentale: di lettura complessa e molto intensa per la ricchezza di temi e idee.
Se amate i cantautori o i vari musicisti di stato, i coverari d'assalto o le tribute band, il karaoke o X Factor questo libro NON fa assolutamente per voi: non capireste nulla, nemmeno il senso del titolo... Ma figuriamoci...