Quando vuoi fare un regalo e non hai un'idea precisa di cosa regalare, bisognerebbe donare un libro. Non c'è bisogno di una ricorrenza specifica: è sempre bello donare un libro. Veicola sempre un messaggio, un'idea, un sogno. Peccato che ogni volta che regalo un libro, il più delle volte la gente si incazzi...

If you want to make a gift and you have no idea about what to buy, well donating a book it's always a good choice. It's no necessary to wait for a specific occasion: it's always something good. A book materializes messages, ideas, dreams. Yet anytime I give a book as a gift in the majority of cases, people tend to get angry...

lunedì 19 marzo 2018

G. Manganelli: "Pinocchio: un libro parallelo"

Ci sono storie e libri che siamo abituati a considerare come semplici fiabe per bambini, magari prive di un contentuo che vada al di dà di quello che si legge. Uno di queste sicuramente è la storia di Pinocchio che tutti conoscono (anche se credo pochi abbiano effettivamente letto nella versione orginale di Collodi) e che tutti considerano una bella favola per bambini. Probabilmente in parte è così. Eppure dentro questa favola esiste una storia "altra" scritta fra le righe: molto più complessa, molto più sottile e per molti aspetti molto più affascinante. 

In questo libro "Pinocchio: un libro parallelo" Manganelli ci guida attraverso questa storia nella storia di Pinocchio, un racconto che emerge fra le righe della favola di questo burattino. E ci si accorge che Collodi ha usato una simbologia alla fine anche piuttosto complessa per raccontare qualcosa di più misterioso, sottile e arcano. Emerge quindi una guida alla lettura per una comprensione e visione decisamente meno superficiale delle vicissitudini dell'arcinoto burattino.

Un libro certamente non semplicissimo, ma molto interessante alla fine della cui lettura ci si chiede dubbiosi: ma quella di Pinocchio è poi veramente una favola o qualcosa di molto diverso?

martedì 13 marzo 2018

A. Bourdain: "Kitchen Confidential"

Premetto che se c'è una cosa che non sopporto è la proliferazione di gente che cucina o che parla di cucina in tutti i luoghi reali o virtuali. Boccio quindi senza appello tutti questi programmi tv dove c'è gente che cucina o che disserta sulla cacio e pepe o sul vitello tonnato. 

Ho acquistato e letto questo libro come una sorta di sfida personale dato che non sapevo nulla del suo contenuto. Ovviamente conosco Anthony Bourdain come acclamato chef e questo sarebbe bastato per rivolgere la mia attenzione altrove. Ma se è vero, come è vero, che la copertina è la prima cosa che ci attrae in un libro, devo dire che i tre loschi figuri riportati appunto in copertina mi davano più l'idea di una band di metallari piuttosto che di cuochi.

Il contenuto del libro è in perfetta sintonia con la copertina. Bourdain racconta la sua vicenda personale di chef fra paradossi, situazioni incredibili, personaggi allucinanti, situazioni pazzesche, sesso e droga, il tutto con una capacità narrativa molto rokkettara.

Libro pieno di ironia, molto interessante e avvicente che colloca la vita dello chef in una luce decisamente poco ortodossa. 

Consiglio vivamente la lettura sia a chi è appassionato di cucina sia a chi la detesta come il sottoscritto.

lunedì 5 marzo 2018

S. Reynolds: "Retromania"

Libro molto interessante su un fenomeno ormai diffusissimo fra tutte le fasce di età e tutte le generazioni: la passione per il passato come unico depositario di buone idee e progetti di valore.

In questo libro la retromania viene analizzata quasi come una vera e propria patologia che interessa tutti gli aspetti della vita di ciascuno di noi. Anche se il focus principale è il ritorno al passato in ambito musicale, l'autore (che è un critico musicale) riesce a proporre interessanti riflessioni e considerazioni con una discreta dose di ironia anche in altre dimensioni.

Insomma c'è molto su cui riflettere con la lettura di questo libro: con l'annientamento del futuro, lo svilimento del presente, l'unico appiglio rimasto è la nostalgica visione di un passato il più delle volte fin troppo mitizzato. Insomma c'è da chiedersi: abbiamo proprio smesso di sognare, di progettare utopie, di sperimentare? 

Da leggere....