Quando vuoi fare un regalo e non hai un'idea precisa di cosa regalare, bisognerebbe donare un libro. Non c'è bisogno di una ricorrenza specifica: è sempre bello donare un libro. Veicola sempre un messaggio, un'idea, un sogno. Peccato che ogni volta che regalo un libro, il più delle volte la gente si incazzi...

If you want to make a gift and you have no idea about what to buy, well donating a book it's always a good choice. It's no necessary to wait for a specific occasion: it's always something good. A book materializes messages, ideas, dreams. Yet anytime I give a book as a gift in the majority of cases, people tend to get angry...

martedì 18 dicembre 2018

Regalo di Natale

Se volete guadagnarvi un bel po' di nemici, provate a regalare libri per Natale. Gran parte dei destinatari del vostro regalo vi rimuoveranno dalla lista degli amici sui social, vi toglieranno il saluto, qualcuno tenterà anche di mettervi le mani addosso.

Solitamente mi prendo la libertà di suggerire qualche titolo come possibile idea per un regalo intelligente. Purtroppo in questa epoca ridicola i libri a Natale ci stanno come il peperoncino sulle emorroidi. Per questa volta decido di passare la mano. Ci rinuncio.

Quindi non suggerisco nulla e non propongo nulla. Allo stesso modo rinuncio all'idea di ricevere a mia volta un buon titolo come regalo natalizio. Tanto sono considerati soldi buttati, soldi sprecati. 

Quando qualcuno mi chiede dei desiderata per Natale e rispondo il libro tal dei tali, la risposta è sempre la stessa: "Ma dài, non scherzare! Io parlo di un regalo vero!"


martedì 11 dicembre 2018

Le Breton D.: "Camminare"

Ci sono molte forme di libertà. Quella più comune è la libertà di espressione e per un popolo di ciarlieri e ciarlatani, come quello che occupa questo sfortunato lembo di terra denominato Italia, viene prima di tutto. La libertà di espressione è oltretutto oggi confusa con la sfrenatezza orgiastica di urlare e vomitare qualsiasi cosa: insulti, calunnie, falsità, sciocchezze, ecc... La libertà di espressione presuppone una prudenza guidata dal sapere che oggi è completamente trascurata.

Ci sono tuttavia ulteriori forme di libertà: una di queste è la libertà di movimento. Anche questa espressione della libertà individuale è oggi completamente fraintesa. Oggi la libertà di movimento è considerata la possibilità di andare ovunque con il mezzo più comodo e (apparentemente) più rapido possibile. E' quindi la libertà di turisteggiare in giro magari prendendo la macchina o l'aereo. Vedere tuttavia lunghe file di auto ferme incolonnate nel triste traffico delle nostre orribili città non mi sembra possa dscrivere la libertà di movimento. Allo stesso modo madrie di plebe bovina che pascola nei centri commerciali in preda alla psicosi da shopping sfrenato non rappresentano espressioni della libertà di alcun genere.

Quando penso alla libertà di movimento penso sempre alla libertà di camminare: camminare a piedi ovviamente. Un uomo o una donna che cammina a piedi può virtualmente andare ovunque senza i vincoli di una strada asfaltata o una ferrovia o una rotta aerea. Magari sarà un viaggio molto più lungo ma più intelligente e profondo. Allo stesso modo chi è uso alla pratica del via-andare sa benissimo che è molto più stancante stare ore in macchina rispetto a camminare per chilometri. 

Scioccamente ci ricordiamo dell'importanza di questa forma di libertà nel momento in cui non possiamo più camminare anche provvisioriamente. In quel momento capiamo che ci è stato sottratto qualcosa: la nostra autonomia. La libertà di muoversi a piedi è quindi sinonimo di autonomia, indipendenza, libertà nel senso più pieno. Non dipendere dagli altri anche per necessità elementari è una libertà che va sempre tutelata e camminare, magari in campagna in solitudine, ci aiuta ad apprezzare questa condizione. Non solo: questa pratica ci consente di riscoprire anche la libertà di godere del silenzio, un lusso che oggi è veramente difficile potersi permettere.

Da camminatore appasionato suggerisco la lettura di questo bel libro: un interessante memoriale ricco di suggestioni e riflessioni. Riscoprire questa pratica può essere un contributo utile alla salute del proprio corpo, del proprio spirito e magari alla riduzione dell'inquinamento. L'importante è muovere il primo passo: il resto segue da sé...

PS: un capitolo che mi ha molto colpito è quello dedicato al camminare per le donne. Le donne, a differenza degli uomini, non sono nemmeno libere di camminare da sole, sempre esposte al pericolo di qualche aggressione. Non possono fare come ad esempio faccio io delle lunghe camminate in solitaria in campagna se non con forti rischi... C'è da riflettere...

domenica 2 dicembre 2018

Pagine a caso 2

Dovendo aspettare l'aggiornamento dell'antivirus del computer, decido di prendere "Berlin Alexanderplatz" di Doblin (un libro che adoro e che ho letto già un paio di volte). Apro a caso e leggo:

"C'è nell'aria un grande spirito di obiettività, c'è nell'aria, c'è nell'aria. C'è nell'aria qualcosa di idiota, c'è nell'aria qualcosa di ipnotico che non va più via dall'aria".

Che parole di incredibile attualità per descrivere questi anni di sfiancante mediocrità che appesta l'aria e che impedisce il sorgere di un "nuovo" che si possa dilatare su ogni dove, lungo l'orizzonte: nella società, nella politica, nella cultura, nell'arte, nella musica.

Anni ipnotizzati dall'idiozia...

mercoledì 21 novembre 2018

J. L. Borges: "Storia universale dell’infamia"

Ho letto qesto libro la scorsa estate, comodamente spaparanzato su un lettino sotto l'ombrellone mentre la gente (uomini, donne, vecchi e bambini) strillava all'impazzata nel loro disperato tentativo di divertirsi con i palloni o i racchettoni o alla disperata ricerca di un posto dove "se magna tanto e se spenne poco"...

Non so bene per quale motivo, magari pensando a qualche situazione particolare in cui sono incappato recentemente o a qualche misero personaggio da due soldi che il fato (elemento bizzarro e fuori dal nostro controllo si sa...) mi ha malauguratamente posto sul mio cammino, insomma mi ritrovo a ragionare e commentare questo libro ora. Non credo alle coincidenze: comunque...

Borges con la sua prosa decisamente peculiare offre al lettore un catalogo di personaggi, estratti da latitudini e da epoce diverse, tutti accumunati da un elemento: l'infamia. Essere infami non è cosa da poco e trattasi di una caratterstica un po' innata, un po' coltivata dagli individui. Insomma: infami si nasce e si diventa sempre più infami con lungo e paziente esercizio. I personaggi che Borges propone sono infami di un certo spessore: non di certo gli squallidini ometti e donnicciole che la quotidiantià magari ci mette di fronte un po' in tutti campi. In effetti il mondo del lavoro, le stesse famiglie, il mondo dell'arte e - perchè no? - quello della musica (di profilo più o meno basso) sono tutti popolati da sciami di infami. E allora un libro come questo può tornare utile: quantomento per farci sorridere e riflettere sulla vacuità ed inutilità di tutti gli sforzi che gli infami mettono in campo per turbarci gratuitamente la vita.

mercoledì 14 novembre 2018

W. Szymborska: «Discorso all’Ufficio oggetti smarriti»

Sono tempi duri per la cultura in Italia: non importa a nessuno di questa benedetta "cultura" e gode di una scarsa o nulla considerazione. Leggere libri è considerato un hobby per sbruffoni che non hanno nulla da fare. Le librerie sono praticamente deserte e popolate dai soliti personaggi che si aggirano prudenti fra gli scaffali. Se chiedete a chiunque quale sia stato l'ultimo libro che ha letto e quando spesso la risposta è un silenzio gravido di minaccia: nella peggiore delle ipotesi rischi anche di prendere due schiaffi.

Se leggere un libro è diventata un'attività inutile, leggere un libro di poesia è diventato uno sport che espone al pubblico ludibrio: poichè leggere poesie viene considerata "roba da froci" c'è da aspettarsi che di qui a qualche anno potrebbe essere considerata una malattia sociale da curare magari con l'elettroshock come facevano in URSS.

E invece io imperverso ostinatamente a comprare e soprattutto leggere poesia, nonostante sia palesemente etero. Fondamentalmente perchè mi fa sentire meglio e mi consente di affrontare meglio il confronto continuo e costante con un'umanità sempre più mediocre, sempre più votata al conformismo, sempre più sterile in tutti i campi dell'esistenza.

Se c'è da segnalare una buona medicina contro tutto questo, allora mi permetto di evidenziare questo
«Discorso all’Ufficio oggetti smarriti» della Szymborsk. Si tratta di una fortunata raccolta di scritti di questa grande poetessa che sa scrivere parole di grande potenza con la semplicità di chi scrive con il cuore: e al cuore non si può mentire (momento di romanticismo gratuito da parte del sottoscritto).

Un'opera molto piacevole e una lettura tonificante: consiglio la lettura agli animi liberi...


mercoledì 24 ottobre 2018

D. Sudjic: "Il Linguaggio delle Cose"

Se c'è un libro che recentemente ha suscitato in me un notevole interesse è questo "Il linguaggio delle cose" di Deyan Sudjic. In effetti sono sempre stato attirato dalle forme degli oggetti, dallo stile delle cose più o meno comuni che ci circondano, dall'evoluzione del gusto durante il tempo, dalla bellezza o stranezza di oggetti di uso più o meno quotidiano.

In effetti questo interessantissimo libro risponde a molte delle mie domande su chi ha ideato cosa (chi ha disegnato il primo telefono?) e sul significato di alcune precise scelte sulla forma degli oggetti. Tuttavia l'autore, che ha una profonda competenza in materia, si spinge decisamente oltre svelando anche in modo critico la presenza per l'appunto di un vero e proprio linguaggio dello stile che si nasconde dietro gli oggetti più banali, i significati più profondi del design, il senso del concetto di "moda", ecc... 

Un mondo quello del design che è veramente affascinante e che faremmo bene a conoscere meglio, anche perchè investe pressochè tutto ciò che ci troviamo di fronte ogni giorno, le cui scelte stilistiche non avvengono mai per caso. Fino ad arrivare poi a quelle espressioni del design che sfociano in vera e propria arte...

Libro scritto con un linguaggio chiaro, ironico e intrigante. Corredato da numerose immagini.

Consiglio vivamente la lettura di questo libro anche per acquisire maggiore consapevolezza sul potere degli oggetti, sulla capacità che hanno coloro che decidono le forme delle cose di influenzare pesantemente le nostre vite e le nostre scelte anche le più apparentemente banali.

venerdì 12 ottobre 2018

G. Russell: "Regni dimenticati"

La geografia è una disciplina del sapere che è stata cancellata dall'orizzonte degli eventi. Stessa sorte sta capitando alla Storia: fondamentalmente, soprattutto le nuove generazioni, saranno private del concetto di "dove" e di "quando". Che questa manovra abbia uno scopo preciso o meno, o se sia frutto della cialtroneria dei nostri tempi non è dato saperlo. Resta comunque il fatto che un'umanità priva di questi due strumenti cognitivi è sostanzialmente dis-orientata nello spazio e nel tempo, rendendola facilmente preda di inventori di balle, politici da strapazzo, imbonitori vari, superstizioni, credenze religiose terrificanti, ecc... ecc...

Questo interessantissimo libro si colloca all'interno di questo vacuum dell'anima. Grazie ad una narrazione mai accademica e sempre molto fluida, l'autore ci accompagna in luoghi che spesso sentiamo nominare vagamente, e di cui abbiamo un'altrattanto vaga cognizione, abitati da comunità che sembrano sfidare l'idea stessa di Storia. Sono sopravvivenze spaziali e temporali incredibili di cui persiste una flebile memoria. Alcune di queste comunità sono assurte alla ribalta a causa di conflitti recenti, ma di esse sappiamo poco o nulla. Il filo conduttore (ma non l'unico) è proprio la sopravvivenza di credi religiosi antichissimi, alcuni dei quali presenti anche in Occidente fino al Medioevo ma spazzati via dal monoteismo, che oggi sono minacciati de moderne forme di integralismo monoteista.

Questo libro merita pertanto di essere letto: vale veramente la pena di dedicare il proprio tempo e la propria attenzione a questo approfondimento che ripeto non ha nulla di scolastico: al contrario. E' veramente un viaggio incredibile in luoghi dimenticati in un tempo dilatato.

lunedì 24 settembre 2018

A. Manzoni: "Storia della Colonna Infame (con prefazione di L. Sciascia)

Dovendo trascorrere prarecchie ore in una sala d'attesa di un ospedale, mi sono trovato nella necessità di portarmi dietro un libro di piccole dimensioni da stipare nel mio borsetto e che comunque mi facesse passare un po' di tempo in modo intelligente.

Siccome non trovavo niente nella mia biblioteca personale che soddisfacesse questi requisiti (tenuto conto che non avevo tempo e modo di acquistare un titolo in libreria) e  siccome non mi andava di rileggere un libro per l'ennesima volta, ho iniziato a frugare fra i vecchi libri di mia madre che ora si trovano a casa mia in una sezione a parte della mia biblioteca. 

Quasi per caso la mia mano finisce con il cadere su un piccolo libro, molto datato (non ricordo l'anno di pubblicazione), tuttavia in perfette condizioni pur essendo un'edizione economica: "Storia della colonna infame" di Manzoni preceduta da una prefazione di Leonardo Sciascia

Essendo rimasto pesantemente ustionato in passato da Manzoni, come tanti della mia generazione, costretti a scuola a leggere e a fare l'autopsia nei minimi dettagli dei "Promessi Sposi", la mia prima reazione è stata di rigetto completo. Manzoni: manco morto! Eppure... Ho dato una rapida scorsa alla prefazione di Sciascia ed ad alcuni brani del testo manzoniano. L'ho preso e, chino nella sala d'attesa, letto con molta attenzione.

Che dire? Una rivelazione! Rileggere autori bolliti e mal presentati dalla scuola in età più matura (nel mio caso molto matura...), talora porta a delle interessanti sorprese: mi è già successo in passato con Verga o con Dante Alighieri ad esempio. 

Questo piccolo libro si rivela infatti di un'attualità sorprendente sia nel testo di Manzoni che nell'approfondimento di Sciascia: processi farsa, confessioni estorte con la tortura, pregiudizi avvelenati del popolino capace di credere a qualunque sciocchezza, giudici saggi ma inermi di fronte al furore del popolaccio desideroso di trovare sempre un capro espiatorio cui scaricare le colpe delle proprie miserie e del proprio squallore umano, il degrado di un'Italia decadente e pestilenziale, ecc...

Cosa si può aggiungere a tutto questo? Niente di niente. Nelle parole di Manzoni e soprattutto di Sciascia ho trovato molti spunti di riflessione per tentare di interpretare questa Italiuccia di oggi così simile a quell'Italia di ieri (siamo nel XVII secolo) e così facile preda dei pregiudizi, delle superstizioni e delle false verità. Da leggere.

«L’ignoranza in fisica può produrre degl'inconvenienti, ma non delle iniquità; e una cattiva istituzione non s'applica da sè» (A. Manzoni: "Storia della Colonna Infame")



venerdì 14 settembre 2018

U. Eco: "Storia della Bruttezza"

Siamo soliti pensare all'estetica soprattutto da un punto di vista di manifestazione e irruzione della bellezza nell'arte, nella musica, nell'architettura, nella letteratura, ecc... Esiste tuttavia un versante diametralmente opposto ovvero quello della bruttezza, un versante che è poco analizzato e approfondito.

Questo interessante libro curato da Umberto Eco affronta il tema della bruttezza non come semplice rovescio o negativo della bellezza, ma come dimensione estetica a sè stante, originale, peculiare. Il libro analizza non solo gli aspetti più caratterizzanti della bruttezza, ma la sua evoluzione nel tempo, il suo rapporto con determinate categorie umane e dello spirito, il modo in cui viene visivamente rappresentato il brutto e come esso viene descritto. 

Testo di agile lettura, corredato da molte immagini e box di approfondimento. Terribilmente di attualità.

mercoledì 5 settembre 2018

Pagine a caso - 1

Ultimamente mi capita, magari prima di andare a dormire, di prendere un libro a caso dalla mia biblioteca personale e alltrettanto casualmente aprirlo e gettare lo sguardo dove capita. Queste letture casuali, magari di una singola frase totalmente de-contestualizzata dal resto del libro, talora producono effetti per me sorprendenti con notevoli spunti di riflessione.

L'altra sera ho preso un piccolo libro di W.G. Sebald (di svariati anni fa) dal titolo "il passeggiatore solitario". L'ho aperto a casaccio e ho letto le prime righe che mi sono capitate sotto gli occhi:

"Il sistema dei foglietti volanti e del lapis è anche un'opera di difesa e di consolidamento unica nella storia della letteratura, opera all'interno della quale le cose minute e più innocenti dovevano potersi salvare dal declino incombente nell'epoca che andava annunciandosi". 

In questa frase ho letto la cruciale importanza di quel mondo fatto di un universo di piccole cose "minute e più innocenti" che "devono potersi salvare dal declino imminente" che anche oggi dobbiamo quotidianamente subire. E' un'immagine che ha del catastrofico di cui la maggior parte delle persone non ha la benchè minima consapevolezza...

 

mercoledì 25 luglio 2018

Libri da spiaggia

Come tutte le estati, ho predisposto da tempo la riserva di libri che mi porto dietro quando devo andare in spiaggia. Per me infatti è un enorme piacere stare spaparanzato sotto l'ombrellone, magari dopo aver fatto una lunga passeggiata lungo la riva al mattino molto presto, e mettermi a leggere qualcosa. Devo dire che il mare, soprattutto in alcuni orari ad esempio la tarda mattinata o il tardo pomeriggio, mi ispira parecchio a leggere: non so perchè. Forse è solo una questione di suggestione... Mah!

Tendenzialmente preferisco portarmi dietro qualcosa di leggero sotto tutti i punti di vista. In primo luogo il libro da spiaggia non deve essere un tomo di migliaia di pagine. Non si riesce a tenerlo a lungo e dopo un po' vengono i crampi. Ricordo un'estate recente: ho avuto enormi problemi a gestire fisicamente gli "increati" di Moresco dallo spessore e dal peso notevoli... Le braccia mi fanno ancora male. Inoltre non deve essere pesante anche come argomenti perchè sotto l'ombrellone con il caldo si rischia di crollare dal sonno: evito quindi trattati di logica filosofica e saggi troppo impegnativi.

Questi quindi i libri che mi porto dietro. Speriamo che siano buoni. Seguirà recensione post lettura.

  • Iwaki Kei: "Arrivederci, Arancione"
  • Mihail Sebastian: "Da duemila anni"
  • Yasushi Inoue: "Morte di un maestro del Tè
  • Lafcadio Hearn: "Ombre Giapponesi"
  • Wisława Szymborska: "Discorso all'ufficio oggetti smarriti"
  • Jorge L. Borges: "Storia universale dell'infamia"
  • Jorge L. Borges: "L'Aleph"
  • Francesca Rigotti: "De Senectute: la vecchiaia delle donne"
  • Michael Frank: "I formidabili Frank" 
Avrei anche altri libri che ho messo da parte ma devo vedere se mi entreranno nello zaino...
 

mercoledì 4 luglio 2018

Bregman R. "Utopie per Realisti"

In questa epoca in cui la sola possibilità di ragionare sul futuro (possibile, auspicabile, probabile) è del tutto svanita in favore di un presente dilatato completamente sradicato dal passato (che la politica ha prontamente abbracciato), il concetto di utopia potrebbe sembrare a dir poco inattuale. Invece la catastrofe dei nostri giorni che si manifesta tra l'altro sulla incapacità di gestire i complessi problemi che decenni di irresponsabilità come forma di governo hanno generato (a livello ambientale, politico, energetico, tecnologic, sociale, economico), è dovuta anche dalla incapacità di pensare in modo utopico. Possibile che non siamo più capaci di immaginare l'inimmaginabile? Possibile che non siamo in grado di rendere realizzabili idee e progetti che appaiono fantasiosi e che invece sono alla basa dell'idea di "futuribile"? Veramente non è più lecito "osare"?

Questo interessante libro muove i suoi passi proprio da queste considerazioni presentando in modo semplice e chiaro alcune teorie e idee in materia economica e sociale che oggi appaiono utopiche ma che in teoria sarebbero realizzabili con grande beneficio per gran parte della nostra società.

Magari proprio il ricorso ad idee utopiche realizzabili, potrebbe salvarci dal binario morto su cui la locomotiva della nostra società sta pericolosamente correndo all'impazzata.   

Lettura gradevole, non troppo complicata, alla portata di tutti.

lunedì 11 giugno 2018

E. Zolla: "Archetipi, Aure, Verità segrete, Dioniso errante"

Ho letto questo libro con grande interesse almeno un anno fa. Da allora lo tengo sempre a portata di mano perchè lo consulto piuttosto spesso. Del resto non è di certo l'unico titolo di questo autore ospitato nella mia biblioteca domestica.

Già dal titolo si comprende la complessità degli argomenti che questa raccolta di saggi contiene. Del resto lo stesso autore rimane un personaggio complesso con una mente ed uno spirito fuori dell'ordinario. 

Questo libro comprende una grande quantità di argomenti che richiedono, da parte del lettore, preparazione e sensibilità: cose del resto piuttosto ovvie quando si parla di dionisiaco. 

Interessante anche la parte relativa alla lettura del cosiddetto parco dei Mostri di Bomarzo (VT).

Consiglio la lettura di questo libro a chi vuole provare a vedere con altri occhi il mondo, a chi osa, a tutti quegli spiriti liberi ed inquieti che non si accontentano mai. 


Questo è l'indice del volume:

Indice

Un'escursione dietro l'apparenza di Grazia Marchianò

I. Archetipi
- L'esperienza metafisica - Gli archetipi - Politica archetipale - Poesia archetipale - La visione della rosa

II. Aure
- Addio all'Occidente - L'aurta dell'Induismo - Bali - Iran, Nubia, Israele - Taoismo cinese e sciamanesimo coreano - Testi sullo sciamanesimo in compendio

III. Verità segrete esposte in evidenza
- Il sincretismo - Monumenti italiani al sincretismo - Come scartare illuminismo, romanticismo e avanguardia - Gli usi dell'immaginazione - Contemplazione, possessione e quiete - Circe, la donna - Gli arcani del potere - La verità è uno specchio - Esoterismo e fede

IV. Dioniso errante
- La figura mitica di Dioniso dall'antichità a oggi - La storia della droga - Natura aleatoria degli stupefacenti - Conoscenza esoterica della droga


lunedì 21 maggio 2018

Libereso Guglielmi: "Oltre il Giardino"

Ho acquistato e letto questo piccolo libro alcuni anni fa soprattutto perchè attirato dal suo autore: Libereso Guglielmi.

Libereso Guglielmi, scomparso a 91 anni nel 2016, è stato il giardiniere della famiglia Calvino. Era un attento ricercatore e per dodici anni era stato capo giardiniere all'università di Londra. Guglielmi era un grande conoscitore delle erbe spontanee e della natura in generale e fondamentalmente era un uomo libero dal pensiero sottile e semplice.
Questo piccolo libro si presenta apparentemente come una sorta di ricettario. In realtà, attraverso queste semplici ricette basate su erbe e piante molto semplici e comuni, Guglielmi accompagna il lettore all'interno di una filosofia di vita in cui non c'è spazio per la fretta, l'ipocrisia e l'avidità.

martedì 15 maggio 2018

Siri Hustvedt: "La Donna che trema"

L'autrice mentre si apprestava a tenere un discorso in pubblico per la commemorazione della morte del padre recentemente scomparso comincia ad essere preda di tremori irrefrenabili in tutto il corpo. Dopo questo terribile episodio, altri ne seguiranno rendendo la vita dell'autrice un vero inferno.

Questo libro racconta le vicissitudini dell'autrice che si confronta con un male misterioso che l'affligge in modo implacabile. Non è un romanzo, non è un saggio: si tratta di una specie di diario corredato di riflessioni e approfondimenti sul complesso rapporto fra corpo e mente.

Un libro certamente insolito che merita la lettura.

mercoledì 4 aprile 2018

Francesco Bonami: "L'Arte nel Cesso"

Con un titolo del genere, verrebbe facilmente da pensare di trovarsi di fronte ad un libro "che fa ridere", "comico" o comunque poco serio. Invece, grazie anche alla grande competenza ed esperienza dell'autore, questo libro è un'interessante guida attraverso le contraddizioni, i non-sense, le operazioni di marketing, le iperboli dell'arte contemporanea che spesso non riusciamo a capire.  Dove si cela l'arte nell'arte contemporanea? Come distinguere un capolavoro da una ridicola montatura? E' possibile fare queste distinzioni? E questi capolavori sono veramente capolavori?

In questo libro l'ironia comunque non manca e questo rende la lettura estremamente agevole e divertente. 

Un libro quindi molto piacevole da leggere e sicuramente molto istruttivo. Una lettura consigliata anche ai non addettti ai lavori che vi troveranno certamente molti spunti di riflessione critica: nel vero senso della parola. Da leggere.

lunedì 19 marzo 2018

G. Manganelli: "Pinocchio: un libro parallelo"

Ci sono storie e libri che siamo abituati a considerare come semplici fiabe per bambini, magari prive di un contentuo che vada al di dà di quello che si legge. Uno di queste sicuramente è la storia di Pinocchio che tutti conoscono (anche se credo pochi abbiano effettivamente letto nella versione orginale di Collodi) e che tutti considerano una bella favola per bambini. Probabilmente in parte è così. Eppure dentro questa favola esiste una storia "altra" scritta fra le righe: molto più complessa, molto più sottile e per molti aspetti molto più affascinante. 

In questo libro "Pinocchio: un libro parallelo" Manganelli ci guida attraverso questa storia nella storia di Pinocchio, un racconto che emerge fra le righe della favola di questo burattino. E ci si accorge che Collodi ha usato una simbologia alla fine anche piuttosto complessa per raccontare qualcosa di più misterioso, sottile e arcano. Emerge quindi una guida alla lettura per una comprensione e visione decisamente meno superficiale delle vicissitudini dell'arcinoto burattino.

Un libro certamente non semplicissimo, ma molto interessante alla fine della cui lettura ci si chiede dubbiosi: ma quella di Pinocchio è poi veramente una favola o qualcosa di molto diverso?

martedì 13 marzo 2018

A. Bourdain: "Kitchen Confidential"

Premetto che se c'è una cosa che non sopporto è la proliferazione di gente che cucina o che parla di cucina in tutti i luoghi reali o virtuali. Boccio quindi senza appello tutti questi programmi tv dove c'è gente che cucina o che disserta sulla cacio e pepe o sul vitello tonnato. 

Ho acquistato e letto questo libro come una sorta di sfida personale dato che non sapevo nulla del suo contenuto. Ovviamente conosco Anthony Bourdain come acclamato chef e questo sarebbe bastato per rivolgere la mia attenzione altrove. Ma se è vero, come è vero, che la copertina è la prima cosa che ci attrae in un libro, devo dire che i tre loschi figuri riportati appunto in copertina mi davano più l'idea di una band di metallari piuttosto che di cuochi.

Il contenuto del libro è in perfetta sintonia con la copertina. Bourdain racconta la sua vicenda personale di chef fra paradossi, situazioni incredibili, personaggi allucinanti, situazioni pazzesche, sesso e droga, il tutto con una capacità narrativa molto rokkettara.

Libro pieno di ironia, molto interessante e avvicente che colloca la vita dello chef in una luce decisamente poco ortodossa. 

Consiglio vivamente la lettura sia a chi è appassionato di cucina sia a chi la detesta come il sottoscritto.

lunedì 5 marzo 2018

S. Reynolds: "Retromania"

Libro molto interessante su un fenomeno ormai diffusissimo fra tutte le fasce di età e tutte le generazioni: la passione per il passato come unico depositario di buone idee e progetti di valore.

In questo libro la retromania viene analizzata quasi come una vera e propria patologia che interessa tutti gli aspetti della vita di ciascuno di noi. Anche se il focus principale è il ritorno al passato in ambito musicale, l'autore (che è un critico musicale) riesce a proporre interessanti riflessioni e considerazioni con una discreta dose di ironia anche in altre dimensioni.

Insomma c'è molto su cui riflettere con la lettura di questo libro: con l'annientamento del futuro, lo svilimento del presente, l'unico appiglio rimasto è la nostalgica visione di un passato il più delle volte fin troppo mitizzato. Insomma c'è da chiedersi: abbiamo proprio smesso di sognare, di progettare utopie, di sperimentare? 

Da leggere....