Dovendo trascorrere prarecchie ore in una sala d'attesa di un ospedale, mi sono trovato nella necessità di portarmi dietro un libro di piccole dimensioni da stipare nel mio borsetto e che comunque mi facesse passare un po' di tempo in modo intelligente.
Siccome non trovavo niente nella mia biblioteca personale che soddisfacesse questi requisiti (tenuto conto che non avevo tempo e modo di acquistare un titolo in libreria) e siccome non mi andava di rileggere un libro per l'ennesima volta, ho iniziato a frugare fra i vecchi libri di mia madre che ora si trovano a casa mia in una sezione a parte della mia biblioteca.
Quasi per caso la mia mano finisce con il cadere su un piccolo libro, molto datato (non ricordo l'anno di pubblicazione), tuttavia in perfette condizioni pur essendo un'edizione economica: "Storia della colonna infame" di Manzoni preceduta da una prefazione di Leonardo Sciascia.
Essendo rimasto pesantemente ustionato in passato da Manzoni, come tanti della mia generazione, costretti a scuola a leggere e a fare l'autopsia nei minimi dettagli dei "Promessi Sposi", la mia prima reazione è stata di rigetto completo. Manzoni: manco morto! Eppure... Ho dato una rapida scorsa alla prefazione di Sciascia ed ad alcuni brani del testo manzoniano. L'ho preso e, chino nella sala d'attesa, letto con molta attenzione.
Che dire? Una rivelazione! Rileggere autori bolliti e mal presentati dalla scuola in età più matura (nel mio caso molto matura...), talora porta a delle interessanti sorprese: mi è già successo in passato con Verga o con Dante Alighieri ad esempio.
Questo piccolo libro si rivela infatti di un'attualità sorprendente sia nel testo di Manzoni che nell'approfondimento di Sciascia: processi farsa, confessioni estorte con la tortura, pregiudizi avvelenati del popolino capace di credere a qualunque sciocchezza, giudici saggi ma inermi di fronte al furore del popolaccio desideroso di trovare sempre un capro espiatorio cui scaricare le colpe delle proprie miserie e del proprio squallore umano, il degrado di un'Italia decadente e pestilenziale, ecc...
Cosa si può aggiungere a tutto questo? Niente di niente. Nelle parole di Manzoni e soprattutto di Sciascia ho trovato molti spunti di riflessione per tentare di interpretare questa Italiuccia di oggi così simile a quell'Italia di ieri (siamo nel XVII secolo) e così facile preda dei pregiudizi, delle superstizioni e delle false verità. Da leggere.
«L’ignoranza in fisica può produrre degl'inconvenienti, ma non delle iniquità; e una cattiva istituzione non s'applica da sè» (A. Manzoni: "Storia della Colonna Infame")